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Zona rossa, Gori e Gafforelli chiedono la deroga per Bergamo e provincia

Lombardia tutta in zona rossa: Gori e Gafforelli chiedono la deroga per Bergamo e provincia ma Fontana si smarca.

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Botta e risposta in una giornata critica come quella di oggi, venerdì 15 gennaio 2021, tra Giorgio Gori, Gianfranco Gafforelli e Attilio Fontana. Il sindaco di Bergamo e il presidente della Provincia hanno chiesto, con una lettera indirizzata al presidente della Regione, la deroga per Bergamo e provincia di non rientrare nella zona rossa, visti i bassi contagi. Fontana ha risposto dicendo a Gori di interfacciarsi direttamente con le forze al Governo, che sono del suo partito.

La lettera di Gori e Gafforelli

Gentile Presidente

i dati epidemiologici degli ultimi giorni, per l’insieme della Lombardia purtroppo tali da mantenere viva la nostra preoccupazione, evidenziano una marcata disomogeneità tra i diversi territori provinciali. In particolare, come già era emerso in occasione della seconda ondata dell’epidemia di Covid-19, la provincia di Bergamo – che più di ogni altra ha subìto la violenza della prima fase della vicenda pandemica, nei mesi di marzo e aprile dello scorso anno – registra tuttora valori di diffusione del virus decisamente più bassi delle altre province lombarde. La situazione del nostro territorio, probabilmente proprio in ragione dell’estesa platea di cittadini entrati in contatto con la malattia nella scorsa primavera – intorno al 30% della popolazione secondo le diverse indagini sierologiche condotte nei mesi successivi –, oltre che in ragione di una diffusa consapevolezza, tra i cittadini bergamaschi, riguardo alla necessaria osservanza delle regole volte alla prevenzione dei contagi, appare in questa fase peculiare .Il dato crediamo più significativo è quello relativo all’incidenza dei nuovi contagi, indicatore che colloca la provincia di Bergamo – con 61 nuovi casi ogni 100.000 abitanti – ben al di sotto della media regionale (122) e ancor più dei territori (Mantova, Como, Sondrio, Milano, Varese) che presentano valori superiori a 200.

Gli ultimi riscontri relativi all’indice RT (1.2) descrivono una progressione dei contagi rispetto al periodo natalizio, ma questo indicatore – molto sensibile nel cogliere l’andamento dinamico, in crescita o diminuzione, anche nel breve periodo – prescinde dai valori assoluti e ci sembra pertanto che non consenta, di per sé, una piena comprensione della situazione epidemiologica in un dato territorio. Ciò premesso, Gentile Presidente, alla luce delle Sue recenti dichiarazioni in ordine al concreto rischio che la nostra Regione possa a breve essere nel suo insieme classificata come “Zona Rossa”, siamo a chiederLe di valutare, per la provincia di Bergamo, l’applicazione di quanto previsto dall’art. 2 comma 2 nonché dall’art. 3 comma 2 del DPCM del 3 novembre 2020, là dove si dice che“Con ordinanza del Ministro della salute adottata ai sensi del comma 1, d’intesa con il presidente della Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio regionale, in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dell’applicazione delle misure di cui al comma 4”. Nel testo del DPCM è chiaramente indicato che la decisione spetta al Ministro della Salute. Riteniamo tuttavia imprescindibile il Suo prioritario consenso, in ragione anche del parere che potrà ricevere dal CTS regionale.

Ci permettiamo di sottoporLe questa istanza, Gentile Presidente, perché crediamo fermamente che si possano comprendere le difficoltà e le sofferenze cui il protrarsi delle limitazioni anti-Covid, se non addirittura il loro inasprimento, sottopone i cittadini dei nostri territori, ed in particolar modo gli studenti, le loro famiglie e gli operatori dei settori economici (ristorazione, somministrazione, commercio, attività culturali e sportive, per citare solo i principali) costretti alla chiusura o ad una sostanziale limitazione delle rispettive attività. Tali limitazioni sono necessarie e doverose ovunque gli indicatori di diffusione del contagio segnalino situazioni tali da mettere seriamente in pericolo la salute dei nostri cittadini (e a tale proposito Le anticipiamo che ove le autorità preposte, con validi e giustificati motivi, dovessero ritenere che anche la provincia di Bergamo rientri in questa casistica sarà nostra cura, insieme alle altre istituzioni del territorio, adoperarci per il pieno rispetto delle norme in vigore). Dove viceversa le condizioni epidemiologiche siano oggettivamente migliori, come pare essere in questa fase per la provincia di Bergamo e come auspichiamo possa presto essere per altre province lombarde, riteniamo si giustifichi l’esenzione prevista dal DPCM, al limite anche solo parziale, ossia innanzitutto a beneficio di quelle situazioni – scuole in testa, e a seguire commercio e ristorazione – delle quali riteniamo prioritario favorire un progressivo ritorno alla normale attività.

La risposta di Fontana

Comprendo bene le ragioni del sindaco Gori che, evidenziando come la provincia di Bergamo con 61 positivi al Covid ogni 100 mila abitanti – quindi al di sotto della media regionale – chiede una deroga alla zona rossa. Il problema è che tale parametro non è preso in considerazione dal Ministero della Salute e dal Cts nazionale, ma solo l’Rt. Se venisse utilizzato il tasso di incidenza dei positivi su 100 mila abitanti, infatti, oggi la Lombardia non finirebbe in zona rossa. Prendendo in considerazione quel dato la Lombardia ha un’incidenza ben al di sotto di gran parte delle altre regioni italiane, che oggi verranno classificate magari anche in zona gialla. Non solo, non è stato tenuto conto neppure il dato che dovrebbe essere maggiormente attenzionato, cioè l’Rt di ospedalizzazione, che al momento nella nostra regione è sotto all’1. E’ da tempo che continuo a ribadire che il sistema di assegnazione non funziona e anche oggi ho chiesto a Speranza una revisione. Se il sindaco Gori, riesce a sollecitare un intervento ai suoi rappresentanti politici – gli unici a poter cambiare le regole e modificare il sistema – non sarà necessario disporre deroghe per Bergamo, in quanto tutta la Lombardia potrà essere, almeno, zona arancione.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Enrico

    15 Gennaio 2021 at 18:14

    Buonasera … tanto lo sanno che non è possibile perché il dpcm va per regioni non per province ….vogliono solo uscire belli davanti ai bergamaschi …. le cazzate al tempo le hanno fatte pure loro … quindi ora è tardi la gente non dimentica

  2. MAXB

    15 Gennaio 2021 at 18:54

    Buonasera, e continuano con questo rimbalzino e con la presa per il c…. !!! Ma basta, basta, bastaaaaa….. Ma se anche fosse, l’utilità è davvero minima !!! Serve ben altro, ma sappiamo che quello che veramente serve, non arriverà mai !!!! Non se ne può più…….. Grazie, saluti .

  3. Pablo

    16 Gennaio 2021 at 10:56

    Vero, la gente non dimentica, ma intanto subisce decisioni raffazzonate da gente non all’altezza della complicata situazione. Il problema è che i responsabili vengono messi lì per logiche di partito, non certo per esperienza o capacità comprovate di organizzazione.

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