Sono stati oltre un centinaio i parenti delle vittime che si sono radunati questa mattina a Bergamo, città simbolo della pandemia in Italia, per chiedere verità alle istituzioni. Alcuni di loro sono arrivati anche dalle province vicine, come Milano, Monza Brianza e Lodi. C’è chi addirittura è arrivato da Genova perché, se dimenticare è impossibile, continuare a esigere risposte è un diritto dei cittadini e un dovere da parte delle forze politiche. La manifestazione silenziosa e pacifica, promossa da alcuni parenti che hanno intrapreso la causa civile a Roma contro Governo e Regione Lombardia, si è svolta fuori dal Municipio di Bergamo al motto di #sereniesempreuniti così come si chiama la pagina Facebook a cui molti di loro fanno riferimento.
L’evento nasce principalmente come dissenso agli emendamenti di due parlamentari bergamaschi che renderebbero la Commissione d’inchiesta parlamentare “una farsa” secondo gli stessi parenti. Stando a quanto chiesto dall’Onorevole Elena Carnevali (PD) e Alberto Ribolla (Lega) la Commissione infatti indagherà fino al 30 gennaio 2020 e solo sull’operato della Cina. Per approfondire leggi: https://www.valseriananews.it/2021/07/17/covid-la-commissione-dinchiesta-della-camera-non-indaghera-sulla-strage-di-bergamo/.
Una decisione insensata e irrispettosa non solo per i parenti delle vittime che vogliono appurare le mancanze del sistema politico e dirigenziale regionale e nazionale, ma anche per Giuseppe Marzulli e per il Generale Pier Paolo Lunelli. Entrambi presenti a Bergamo, il primo direttore medico dell’ospedale di Alzano Lombardo e il secondo Generale dell’esercito in pensione, ex Direttore della scuola interforze per la difesa nucleare, biologica e chimica, si uniscono al grido dei parenti denunciando l’incapacità del mondo politico italiano di prendersi le proprie responsabilità anche di fronte ad una tragedia costata migliaia di vite.