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Cronaca

Fuga in treno e poi a piedi: i dettagli del fermo del pregiudicato accusato di tentato omicidio

Fuga in treno e poi a piedi: i dettagli del fermo del pregiudicato di origine marocchina accusato di tentato omicidio dei Carabinieri di Albino

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Emergono i dettagli del fermo del pregiudicato accusato di tentato omicidio dei Carabinieri di Albino. Come anticipato in questo articolo, si è conclusa ieri sera la fuga del pregiudicato di origine marocchina ricercato per l’accoltellamento di due Carabinieri a Nembro, fermato a Bardonecchia al confine con la Francia dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo.

L’aggressione

La vicenda riguarda il ferimento avvenuto giovedì sera 3 febbraio ai danni di due carabinieri, di 24 e 26 anni, in località Saletti di Nembro, che insieme ad altri due colleghi della Stazione di Albino, erano impegnati in un servizio in abiti civili finalizzato al contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. Quando hanno sorpreso il 36enne marocchino, dagli stessi già conosciuto, accerchiandolo nel sottopasso della TEB, quest’ultimo ha reagito estraendo un coltello con il quale ha ferito i miliari: uno alla base dell’emitorace sinistro e l’altro al deltoide, per poi darsi a repentina fuga a piedi e riuscendo a far perdere le sue tracce nel buio delle limitrofe aree boschive. 

Subito soccorsi dai colleghi, i due militari feriti sono stati dapprima stabilizzati sul posto dagli operatori del 118 quindi portati in ambulanza all’ospedale Papa Giovanni. Da subito sono apparse particolarmente preoccupanti le condizioni del militare ferito al torace. In ospedale è stato infatti sottoposto ad un delicato intervento di angioplastica, riuscendo a fermare la grave emorragia interna e scongiurando il pericolo di vita. L’altro militare ferito, trattato e sottoposto ad accertamenti sanitari, è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni.

Le ricerche

Le ricerche dell’aggressore, resosi irreperibile, si sono da subito concentrate nelle aree limitrofe, con l’impiego di oltre 20 pattuglie dell’Arma, supportate anche da numerosi colleghi liberi dal servizio. Perquisita l’abitazione di residenza del ricercato, impiegati anche i Vigili del fuoco. All’interno dell’immobile non è stato trovato nessuno, ma venivano comunque raccolti elementi per orientare le ricerche. 

Seguendo il tracciamento dell’utenza cellulare in uso al fuggitivo è stato possibile giungere alla localizzazione di quest’ultimo al confine con la Francia: in particolare al valico di Bardonecchia stava lasciando il Paese su di un treno diretto a Parigi. Lo stesso, controllato a Modane dalla Polizia francese, in sede di collaborazione internazionale, èm riuscito ad eludere la sorveglianza dei gendarmi e a darsi nuovamente alla fuga, facendo ritorno verso il territorio italiano, dove è riapparso poi il segnale della sua utenza telefonica. I Militari del Nucleo Investigativo di Bergamo, coadiuvati dai colleghi del luogo, hanno così esteso le ricerche anche nelle aree montane attigue a Bardonecchia riuscendo a rintracciare e bloccare il fuggiasco prima che riuscisse a valicare di nuovo la frontiera con la Francia. Lo stesso, nascosto nel buio a ridosso di un pilone della sovrastante autostrada, è stato così preso in custodia senza opporre ulteriore resistenza. 

Il fermo e l’accusa di tentato omicidio

Il ricercato è stato condotto presso il Comando Compagnia di Susa dove gli è stato notificato il decreto di fermo di indiziato di delitto (per tentato omicidio, resistenza e porto di arma bianca) emesso a suo carico dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo ed al termine delle formalità di rito veniva associato alla Casa Circondariale di Torino a disposizione dell’A.G. per la convalida del fermo ed il prosieguo delle indagini preliminari in corso.

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