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Cronaca

Passo del Vivione: porta di accesso alpino del territorio montano bergamasco

Passo del Vivione: porta di accesso alpino del territorio montano bergamasco. Avviato il progetto di ricerca per restituire uno scenario aggiornato sulla situazione del territorio

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Valico alpino a quota 1.828 m s.l.m, il Passo del Vivione collega la valle di Scalve alla val Paisco, entrambe tributarie della Val Camonica, mettendo in comunicazione la provincia di Bergamo con quella di Brescia. Inserito tre volte nel percorso del Giro d’Italia a partire dall’edizione 1981, è per localizzazione, geomorfologia e clima uno dei passi alpini più amati dagli appassionati di due ruote. Ma qual è l’attuale situazione turistica del Passo del Vivione, è ancora un’area solo di ‘passaggio’? Quale la provenienza, l’aspettativa, la prospettiva del turista? Cosa si può fare per migliorare in modo sostenibile la promozione turistica?

Avviato il progetto di ricerca

Per rispondere a queste domande, è stato avviato il progetto di ricerca “Passo del Vivione: porta di accesso alpino del territorio montano bergamasco”, presentato oggi in conferenza stampa presso la Sala della Comunità Montana di Scalve a Vilminore di Scalve. Obiettivo: restituire uno scenario aggiornato sulla situazione del territorio, che a partire dall’identificazione delle risorse turistiche e dall’analisi degli itinerari e degli interessi dei turisti permetta di migliorare la promozione e lo sviluppo del Passo del Vivione e della Val di Scalve come destinazione turistica.

La ricerca è frutto dell’attività svolta da un gruppo di studenti iscritti al secondo anno del Corso di laurea magistrale in Planning and Management of Tourism Systems dell’Università di Bergamo (Mia Agostini, Ester Poma, Davide Strucek), all’interno di un tirocinio formativo sollecitato e coordinato da Promoserio e supervisionato dalla Presidente del corso di laurea, prof. Federica Burini. Il progetto è partito dall’analisi delle risorse naturalistiche e culturali del territorio della Valle per proseguire con un’inchiesta partecipativa, finalizzata a comprendere gli itinerari e le motivazioni di coloro che scelgono di transitare dal Passo del Vivione. 

“Si tratta di un’attività prevista dal nostro corso di laurea di PMTS che porta gli studenti a cimentarsi con problemi e sfide provenienti dai territori e a confrontarsi con la varietà degli attori territoriali e con i loro bisogni, per imparare a co-progettare sistemi turistici sostenibili. La ricerca ha permesso di analizzare e comprendere da un lato la ricchezza naturalistica e culturale della Val di Scalve, e dall’altro il ruolo del Passo del Vivione come snodo di una rete nazionale e internazionale di visitatori. Entrambi elementi che consentono oggi di promuovere l’intera Valle mediante un turismo diffuso e a basso impatto capace di connettere, mediante percorsi slow, le risorse ambientali e i saperi agro-silvo-pastorali di questo ricchissimo territorio” sostiene la prof. Federica Burini dell’Università degli Studi di Bergamo.

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