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Cronaca

Primo giorno di scuola per 160mila studenti bergamaschi – Video

Primo giorno di scuola per 160mila studenti bergamaschi. Via le mascherine in aula ma resta il problema dei trasporti

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Lunedì 12 settembre il suono della campanella delle 8.00 ha segnato l’inizio delle lezioni dell’anno scolastico 2022/23 per circa 160.000 studenti e studentesse di scuole statali e paritarie dell’ambito territoriale di Bergamo; per oltre 15.000 tra dirigenti scolastici, docenti e personale ATA l’anno scolastico ha invece già avuto inizio il 1° di settembre. Con la sua consueta ritualità si rimette in moto una macchina imponente nella quantità, ma soprattutto di grandissima rilevanza negli esiti qualitativi del suo lavoro.

Con l’avvio del nuovo anno scolastico è decaduto, per gli studenti, l’obbligo di indossare le mascherine protettivo all’interno dell’istituto. Resta però il problema dei trasporti come hanno sottolineato alcuni studenti, intervistati oggi all’uscita all’Isiss di Gazzaniga.

Primo giorno di scuola – Guarda qui il video

L’augurio del Dirigente dell’Ambito Territoriale di Bergamo Vincenzo Cubelli

A tutti coloro che iniziano un così grande e importante lavoro va il mio saluto ed il mio augurio: nel nuovo anno che ci si profila davanti credo che si debba non semplicemente riguadagnare la normalità trascorsa, ma, nella consapevolezza di quanto appreso affrontando eventi epocali, essere capaci di arginare con la virtù così acquisita gli ostacoli che la fortuna ci porrà di fronte (il pensiero non può che essere rivolto ai comportamenti rispetto alla pandemia e ai suoi possibili, imprevedibili sviluppi, ma
anche alle inattese sfide di una incombente crisi energetica). Ma riguadagnare la normalità significa anche e soprattutto ritornare a pensare il sistema scuola nell’ottica del suo miglioramento.

In vista di questo obiettivo i dirigenti scolastici sapranno riappropriarsi di spazi di riflessione per progettare e realizzare, insieme al personale della scuola, in logiche di sistema e non con interventi episodici, nuovi modelli di insegnamento e apprendimento entro nuovi spazi fisici che possono essere creati utilizzando fondi che il PNRR ha messo a disposizione; con il fine, che non è mai ripetitivo ma sempre unico, di favorire il successo di ogni ragazzo e ragazza che in quegli spazi cerca sé stesso, evitandone la dispersione, l’altro grande problema per cui i fondi del PNRR possono essere utilizzati.

Entro questi spazi di inclusiva accoglienza ai docenti un duplice, delicato compito: da un lato, riflettere sui saperi essenziali che la scuola ha il dovere di trasmettere, evitando che essi si banalizzino nella ricerca di generiche competenze o riduttive ‘educazioni a qualcosa’ imposte dal presentismo culturale dei nostri tempi; dall’altro, guidare tutti e tutte i nostri ragazzi e ragazze ad un positivo apprendimento di quei saperi essenziali, alla costruzione di un personale tesoro di conoscenze, portando ciascuno di loro non al sei meno meno, ma al traguardo che ciascuno ha in sé. È questo il compito della didattica, che è insieme scienza – nel suo saper porgere in modo appropriato un sapere da apprendere – e nobile forma di umanesimo, inteso come avere interesse e prendersi cura di altri uomini.

Naturalmente ciò non può trovare piena realizzazione se non nell’impegno e nella passione che ciascuno di voi, ragazze e ragazzi, vorrà profondere nello studio. Perché lo studio, proprio per significato etimologico, è innanzitutto questo: passione e impegno, a volte anche faticosi, per di più di una fatica che spesso non ha alcun premio apparente se non sé stessa appunto. Eppure, come ogni lungo viaggio, anche quello nello studio, a scuola con i compagni, a casa nel proprio spazio, lascia una grande, bellissima eredità, che non è il diploma che si ottiene o il lavoro che si andrà a fare, certo importanti l’uno e l’altro. Ma è piuttosto la conoscenza di sé stessi, la conoscenza del mondo che ci circonda, la ricerca del proprio ruolo nel mondo: da qui potrà nascere la realizzazione di sé stessi che sia anche attivo contributo alla costruzione di un mondo sempre migliore.

Ecco, dunque, il mio auspicio: la scuola, ovvero gli uomini e le donne che la fanno quotidianamente con il loro appassionato lavoro ciascuno nel proprio ruolo, recuperi questo suo antico e inesausto ruolo e lo rinnovi adeguandolo ai nuovi tempi, ai nuovi spazi, ai nuovi metodi che sapremo progettare, per trasmettere agli allievi e alle allieve il desiderio di conoscenza e gli strumenti per acquisirla. Buon viaggio a tutti in questo nuovo anno scolastico.

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