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Cronaca

Mancata zona rossa: il Decreto non firmato da Conte scoperto e reso pubblico nel 2021

Mancata zona rossa a Nembro e Alzano: il Decreto non firmato da Conte scoperto dai magistrati nel 2021 e successivamente pubblicato da Valseriana News. Oggi Conte è indagato per quella mancata firma

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Chiusa l’indagine Covid della Procura di Bergamo sono molti i tasselli che si aggiungono alla storia della strage bergamasca come ad esempio sul Decreto che avrebbe dovuto chiudere i due comuni di Alzano Lombardo e Nembro che Valseriana News pubblicò a luglio 2021. Il provvedimento, che alleghiamo qui in integrale (pubblicato oggi sul Corriere.it), venne trovato dagli investigatori nel gennaio 2021, dopo i primi 10 mesi di indagini, durante un’operazione di acquisizioni e perquisizioni al Ministero della Salute e all’Iss. La scoperta gettò luce relativamente alla mancata istituzione della zona rossa: il Cts infatti il 3 marzo aveva suggerito di applicare alla bassa Valle Seriana, le stesse restrizioni del lodigiano; l’allora Ministro Roberto Speranza firmò il Decreto, mentre l’allora premier Giuseppe Conte no. Un campo vuoto, segno di una spaccatura sul tema interna al Governo che oggi vede Conte indagato per la mancata zona rossa mentre Speranza no (è invece indagato per la mancata applicazione del piano pandemica nazionale, l protocollo che ogni Paese dovrebbe attivare su richiesta dell’Oms). Conte si è sempre difeso dicendo di aver preso tempo per chiudere poi l’8 marzo l’intera Lombardia, visto il dilagare del virus.

Una misura, quella della zona rossa, che se applicata tempestivamente avrebbe salvato dalle 4.148 vite (se applicata il 27 febbraio 2020), alle 2.659 vite (se applicata il 3 marzo 2020) com’è emerso nella consulenza tecnica che la Procura di Bergamo aveva commissionato ad Andrea Crisanti, oggi senatore Pd, insieme al medico legale Ernesto D’Aloja e l’ex direttore della Asl di Pavia Daniele Donati.

Per la mancata istituzione della zona rossa è indagato anche il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che, seppure con i dati sottomano da fine febbraio 2020, non istituì la zona rossa di cui aveva facoltà e non inviò mai un’istanza formale al Governo. L’8 marzo seguirà la zona arancione rinforzato per la Lombardia, che di fatto consentiva ancora gli spostamenti, fino a quando il 22 marzo 2020 il Ministro Speranza emanò un’ordinanza che vietò lo spostamento tra comuni. Un mese dopo i primi casi dell’ospedale di Alzano (23 febbraio 2020) si interveniva sulla circolazione del virus. Inutile dire che fu troppo tardi. Il risultato è che oggi si contano 6000 morti in più nella sola in provincia di Bergamo.

Il decreto non firmato da Conte

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