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Cronaca

Lasciò morire la figlia di stenti: Alessia Pifferi può sostenere il processo

Alessia Pifferi, la 37enne che nell’estate 2022 lasciò morire la figlia di stenti, potrà affrontare il processo a suo carico

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Lasciò morire la figlia di stenti nell’estate 2022 mentre passava una settimana dal compagno in Val Seriana: Alessia Pifferi, 37enne, potrà affrontare il processo a suo carico. La richiesta di una perizia psichiatrica sulla donna, rispetto alla capacità di affrontare un processo, è stata infatti rigettata dalla Corte di Assise di Milano.

“Dall’unico atto medico prodotto dalla difesa non emerge alcun elemento che possa far dubitare della piena capacità” della donna, ha scritto il giudice Ilio Mannucci Pacini, respingendo la richiesta presentata dall’avvocato della 37enne, laria Pontenani. Alessia Pifferi è accusata di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola nella sua abitazione di Ponte Lambro, non lontano da Linate, per sei giorni mentre lei si trovava a Leffe dal compagno (non padre della bambina).

Nella seconda udienza del processo a Milano si stanno costituendo le parti civili e si discute sulle prove da ammettere a dibattimento dopo la decisione della Corte in merito alla “capacità di stare in giudizio” dell’imputata. L’atto medico della difesa a supporto della sua richiesta era stata la relazione di una psichiatra del carcere di San Vittore. Il presidente della Corte spiega che in quel documento non si trova nulla “che possa far dubitare della piena capacità di Pifferi di partecipare al processo come evidentemente accaduto fino all’odierna udienza, senza che mai fosse stata prospettata tale incapacità”. Di tale istanza avevano chiesto il rigetto anche i pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro, sottolineando che la donna è sempre stata pienamente “lucida e consapevole”.

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