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Cronaca

Monia Bortolotti dall’ospedale va in carcere

Monia Bortolotti, la giovane mamma di Gazzaniga arrestata per per aver ucciso i suoi due figli, va in carcere due mesi dopo l’arresto

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Monia Bortolotti

Monia Bortolotti, la giovane mamma di Gazzaniga arrestata per per aver ucciso i suoi due figli, va in carcere due mesi dopo l’arresto. Si tratta di un ritorno: in carcere a Bergamo era stata infatti condotta a inizio novembre. I carabinieri della sezione operativa della compagnia di Bergamo la prelevarono all’alba di un fine settimana nella casa di Gazzaniga del padre, dove era tornata a vivere.

Il suo stato psicologico però impose il trasferimento all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove la 27enne è rimasta piantonata fino al 3 gennaio, soprattutto per scongiurare gesti estremi.

Chi è Monia Bortolotti

Monia Bortolotti è stata l’ultima orfana di Madre Teresa di Calcutta a essere adottata in Italia da una coppia della Val Seriana. La 27enne è accusata di avere ucciso i sui due figlioletti, entrambi a pochi mesi dal parto. I fatti accaddero nell’appartamento a Pedrengo del compagno. Alice fu trovata senza vita dai soccorritori nella sua cullina il 15 novembre 2021 e, inizialmente, la sua fu considerata una disgrazia, colpa di un rigurgito dopo la poppata. Il fratellino Mattia, concepito subito dopo, morì il 25 ottobre 2022. Anche in quel caso, Bortolotti era sola. Aveva il piccolo tra le braccia.

Attività investigativa dopo il secondo decesso

L’attività d’indagine era iniziata proprio il 25 ottobre 2022, data del decesso del secondo figlio dell’indagata. Quel giorno, presso l’abitazione situata a Pedrengo, a seguito di una richiesta di intervento della donna al 118, veniva constatata la morte del suo secondo genito. La tenera età del bambino e le analogie con la precedente prematura morte della prima figlia della donna, avvenuta meno di un anno prima, avevano ingenerato nei Carabinieri forti sospetti circa le cause del decesso: pertanto l’Autorità Giudiziaria aveva disposto l’autopsia del corpicino.

L’esito dell’esame autoptico, giunto nel mese di febbraio 2023, portava alla luce la circostanza per cui la morte del piccolo era stata causata inequivocabilmente da una asfissia meccanica acuta da compressione del torace: secondo gli investigatori tale asfissia meccanica era stata ottenuta attraverso un’azione volontaria, che evidenziava l’obiettivo di causare la morte del bambino.

Confermato il carcere

Anche il Riesame si è espresso, il 24 novembre, confermando il carcere, mentre l’avvocato Luca Bosisio, sul fronte della difesa, aveva chiesto la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare e i domiciliari che sono stati negati.

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