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DAVANTI ALLA TENDA

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Davanti alla tenda

Davanti alla tendaDidascalia è la parte non dialogica di un testo teatrale oppure la breve descrizione posta generalmente sotto o vicino a un’immagine o ad un dialogo, nei fumetti, nei film o nei copioni, con funzione di commento. Nella descrizione manca la poesia, dove tutto il tumulto messo in versi riesce a dare voce a diapositive monodimensionali. C’è un appartamento grandissimo nell’anima di Barbarah Guglielmana (chiedete all’ufficio dell’anagrafe di Chiavenna da dove sia saltata fuori l’acca finale), ci sono stanze che ad un primo sguardo appaiono vuote, mentre poi invece irrompe il minimalismo riuscendo con pochissimi colpi verbali ad arredare il nostro senso di vuoto. Ci sono quadri appesi alle pareti. Istantanee che fotografano il nostro essere. Ci sono angoli realizzati con gusto.

C’è una bella architettura di sentimenti veri, di vita che merita di essere vissuta e ci sono gusci sul tavolo, così grandi da poter lasciare spazio a chi senta il bisogno di doversi nascondere dentro. Tutto questo non lo si trova su di un catalogo da interior design ma invece nella raccolta di poesie “Davanti alla tenda” che Barbarah e la sua acca hanno presentato lo scorso settembre. Mi riconosco in quei versi. Sono metriche urbane e drammaticamente vere.

Non c’è la leziosa ricerca della lirica assoluta. C’è la quotidianità, a volte brutale, a volte romantica, che ci fa stare con i piedi per terra. Non fai dei voli low cost con la poesia di Barbarah. Decolli e atterri seguendo un percorso preciso, dove non vi sono limiti di peso nel bagaglio che ti viene richiesto di portare. C’è spazio per tutto ciò che sei e c’è posto per quello che la poesia intensa ti vorrà lasciare come souvenir di questa uscita fuori porta, dagli schemi della tradizionalità da cui spesso non si vuole uscire.

Mi è piaciuto il modo di porre la figura femminile. Lontana dallo stereotipo ultimo che l’ha proposta come un anoressica depressa sulla passarella della quotidianità. Guglielmana restituisce ad Eva il ruolo unico e centrale della vita. Lo fa attraverso parole che hanno un peso specifico maggiore rispetto a quello del piombo. Che rimbalzano sopra allo specchio d’acqua sul quale si riflettono le nostre domande e fanno si che le risposte si sollevino per volare libere in un cielo che da tempo avevamo dimenticato di guardare.

L’intera Seconda Parte vale il prezzo del biglietto, ma quando il libro è finito ci si sente come da ragazzini, all’uscita di un cinema domenicale, con la stessa voglia di tornare dentro per rivedere ancora una volta l’inizio.

 

Barbarh Guglielmana – Davanti alla Tenda

Note: leggetelo ad alta voce. Imparatene almeno una pagina a memoria. Utilizzatelo come se fosse un vostro scritto. Bevete con parsimonia un Bordeaux non necessariamente da chateaux, rosicchiando sedano intinto in salse alle erbe.

 

A cura di William Amighetti

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