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Cronaca

Una strada ed un collegio, in Bolivia il ricordo di monsignor Gelmi ad un anno dalla morte

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Sabato 17 giugno ricorre il primo anniversario della morte di mons. Angelo Gelmi di Gandino,  il “Vescovo dei campesinos”. Per oltre 40 in Bolivia, è ricordato da una strada e un collegio che portano il suo nome

Sabato 17 giugno ricorre il primo anniversario della morte di mons. Angelo Gelmi, il “vescovo dei campesinos” nativo di Gandino e morto all’età di 78 anni nel 2016. Il ricordo della sua attività instancabile in Sudamerica è ancora vivo, così come in Valle Seriana, fra i familiari e quanti ne ricordano lo spirito generoso sempre e comunque orientato al bene.

Mons. Angelo Gelmi era stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1968. Il 29 giugno del 1985 divenne Vescovo e fu nominato ausiliare di Cochabamba in Bolivia. Legato all’attività del Patronato San Vincenzo di Bergamo, seguì da già da sacerdote novello don Bepo Vavassori in terra di missione e operò sulle Ande ininterrottamente per oltre 40 anni. Impegnato nel servizio alle comunità dei piccoli villaggi d’alta quota, creò servizi di prima necessità e la formazione di catechisti e laici impegnati, vivendo a lungo in un’umile capanna.

Ad un anno dalla sua morte vogliamo ricordarlo con due immagini che legano indissolubilmente il suo nome alla terra boliviana. La prima si riferisce all’intitolazione di una strada a suo nome nella città di Vinto, un centro di ben 45.000 abitanti del dipartimento di Cochabamba, sito nella provincia di Quillacollo. La dedica incisa sulla lapide riporta il nome “mons. Angelo Gelmi Bertocchi” in quanto è uso in terra sudamericana ricordare anche il cognome della madre (Caterina Bertocchi nel caso di mons. Gelmi).

L’altra immagine mostra l’ingresso dell’Internado di Tapacarì, un istituto che ha garantito una casa e un’istruzione a migliaia di ragazzi, costruito grazie all’aiuto di molti volontari e diretto in prima persona da mons. Gelmi sino al 2007. L’Internado di Tapacarì è un luogo di formazione che tende a garantire una piena formazione cristiana, anche nell’ottica di offrire ai vari villaggi figure laiche di riferimento per le attività di catechesi e formazione cristiana. Negli anni mons. Angelo avviò una serie di adozioni a distanza con famiglie gandinesi e bergamasche proprio per sostenere l’Istituto. Tutto passa, ma il bene resta.

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