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Cronaca

Bossetti, in appello confermata la condanna all’ergastolo

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Confermata in appello la condanna all’ergastolo per Massimo Bossetti per l’omicidio di Sara Gambirasio. La sentenza a mezzanotte e mezza.

Nessun ribaltamento della sentenza di primo grado e nessuna “super perizia”, come richiesto dalla difesa, sulle tracce di DNA: dopo il secondo grado di giudizio Massimo Bossetti resta il colpevole dell’efferato delitto della tredicenne Yara Gambirasio, rapita e uccisa il 26 novembre 2010 a Brembate Sopra, e ritrovata cadavere tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola.

La Corte d’assise d’appello del tribunale di Brescia ha emesso a mezzanotte e mezzo di lunedì 17 luglio il proprio verdetto a carico di Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio (e condannato in primo grado dalla Corte d’Assise di Bergamo) dopo che le indagini portarono gli inquirenti in Val Seriana, dove fu identificato il DNA di Giuseppe Guerinoni, un autista di autobus di Gorno, morto nel 1999. Secondo gli esami scientifici Giuseppe Guerinoni sarebbe il padre naturale di Massimo Bossetti, il cui Dna sarebbe stato isolato sul corpo della povera Yara e per questo arrestato il 16 giugno 2014.

Nel processo d’appello i legali di Bossetti hanno contestato la ricostruzione degli inquirenti e dei periti, presentando anche elementi, a loro dire nuovi, per scagionare il proprio assistito. Bossetti in alcune dichiarazioni spontanee fatte in aula prima che la corte si ritirasse in camera di consiglio, ha affermato che “Yara poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi, neanche un animale avrebbe usato tanta crudeltà» e di essere vittima del “più grave errore giudiziario del secolo”, proclamando la propria innocenza con un pensiero particolare a moglie e figli.

Il processo d’appello a Brescia, dove l’accusa è stata sostenuta dal procuratore generale Marco Martani, non è probabilmente destinato a porre la parola fine alla vicenda giudiziaria di Bossetti. E’ infatti ipotizzabile il ricorso in Cassazione.

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