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Cronaca

Ventiquattro anni fa la strage di via Palestro, morì il vigile Alessandro Ferrari

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Giovedì 27 luglio ricorre l’anniversario della strage di via Palestro a Milano che provocò la morte di tre vigili del fuoco, di un cittadino marocchino e del vigile urbano Alessandro Ferrari di Gandino. In suo ricordo la sala civica del paese ed il presidio Antimafia di “Libera” in Val Seriana.

Sono trascorsi ventiquattro anni, ma il tempo non cancella la rabbia ed il dolore per un vile attentato che si portò via cinque vite umane. Il 27 luglio 2017 ricorre l’anniversario della strage di via Palestro a Milano, nella quale morirono tre Vigili del Fuoco, un cittadino marocchino ed il trentenne vigile urbano Alessandro Ferrari di Gandino.

La bomba, nascosta in un’auto notata per primo proprio dal vigile seriano, aveva come obiettivo il vicino Padiglione di Arte Contemporanea (o forse, secondo alcuni, il “palazzo dei giornali” sede dei principali mass media) nell’ambito di una trama eversiva che colpì in quei giorni anche Roma e Firenze e che un anno prima era costata la vita ai giudici Falcone e Borsellino con le rispettive scorte. Alessandro fu travolto dall’onda d’urto dell’esplosione ed il suo corpo scagliato ad oltre venticinque metri di distanza, nel parco dove trovò la morte anche il cittadino marocchino che dormiva su una panchina.

Alessandro Ferrari aveva trascorso l’infanzia a Gandino, con il padre Agostino, sarto, e la mamma Elisabetta Moro. Si erano poi trasferiti a Milano, ma la madre nel 1991 era tornata a Gandino, dove vivono tuttora il fratello Giuseppe ed i nipoti, titolari di due attività commerciali in paese. Diplomato al Conservatorio, Alessandro era anche un valente organista. Riposa nel cimitero di Gandino ed a lui, dal 2011, è stata dedicata la Sala Civica di Piazza Vittorio Veneto. Lo scorso febbraio alla memoria di Alessandro Ferrari è stata dedicata la nuova sede di Alzano del presidio antimafia della Valle Seriana dell’associazione Libera.

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