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Cronaca

Arcivescovo e Nunzio, Gandino festeggia Monsignor Rudelli

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Festa a Gandino per la presenza di Monsignor Paolo Rudelli neo Arcivescovo e Nunzio.

Don Innocente Chiodi, parroco di Gandino, con il neo Arcivescovo Mons. Paolo Rudelli (a destra)

Un fine settimana intenso, cui le comunità dell’Unità Pastorale di Gandino, Cirano e Barzizza si preparano con trepidazione. Sono in programma sabato 12 e domenica 13 ottobre a Gandino i festeggiamenti per Mons. Paolo Rudelli, ordinato Arcivescovo da Papa Francesco nella basilica di San Pietro in Vaticano lo scorso 4 ottobre. A breve mons. Rudelli conoscerà la sua destinazione quale Nunzio Apostolico, cioè Ambasciatore del Papa e della Santa Sede.
Nato nel 1970, mons.

Paolo Rudelli è il più giovane fra tutti i vescovi italiani. Ha frequentato medie e superiori nel Seminario di Bergamo, dove ha conseguito la maturità classica. Ha frequentato il Seminario Romano Maggiore e la Pontificia Università Gregoriana, prestando nel frattempo servizio anche nel carcere di Rebibbia. E’ stato ordinato il 10 giugno 1995. Dal 2001 al 2003 è stato alla Nunziatura apostolica in Ecuador, a fianco di mons.Lebeaupin, mentre dal 2003 al 2006 era a Varsavia, presso la Nunziatura in Polonia negli anni in cui era Pontefice S.Giovanni Paolo II. Il cammino sacerdotale di mons. Rudelli ha incrociato in maniera particolare quello di alcuni Papi: basti sottolineare che al nuovo arcivescovo è stata assegnata la sede titolare di Mesembria (una città bulgara oggi incorporata in un’altra Diocesi) che fu di mons. Angelo Roncalli quando fu nominato delegato apostolico in Turchia e in Grecia. La stessa sede titolare fu assegnata nel 1971 a monsignor Loris Capovilla, segretario di Papa Giovanni XXIII. Dal 2006 al 2014 mons. Rudelli ha operato come Segretario e Consigliere di Nunziatura alla prima sezione della Segreteria di Stato, prima di essere nominato Prelato d’Onore di Sua Santità e ricevere l’incarico di Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo. Nato a Gazzaniga solo per necessità ospedaliere,
mons. Rudelli viveva al tempo nella casa fra via Trieste e viale Rimembranze a Gandino, la stessa in cui sono nati e cresciuti anche mons. Luigi Bonazzi (oggi Nunzio apostolico in Canada) e don Stefano Bonazzi (parroco di San Giustino a Roma).

Nella Basilica di San Pietro era presente una foltissima delegazione gandinese, con tutti i familiari (in particolare mamma Nicoletta, papà Antonio e le sorelle Roberta e Maura), il vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi, il parroco di Gandino don Innocente Chiodi, don Giovanni Mongodi, volontari e collaboratori delle varie attività parrocchiali, compagni di sacerdozio.

L’abbraccio si rinnoverà a Gandino, dove mons. Rudelli giungerà dopo aver presieduto a Sotto il Monte le celebrazioni nella festa liturgica dedicata a San Giovanni XXIII.

La Basilica di Gandino

“Trovo un legame profondo – ha scritto il neo Arcivescovo in un messaggio affidato alle pagine del notiziario parrocchiale “La Val Gandino” – tra il ministero apostolico che mi viene affidato e la vita della nostra comunità parrocchiale. Anche io ho potuto incontrare il Vangelo solo perché una comunità me l’ha testimoniato, non a parole, ma con la vita. La fede degli apostoli l’ho ricevuta in dono con il Battesimo da questa comunità di Gandino. Una comunità concreta, con la sua storia, con dei volti concreti di uomini e donne, ciascuno con vocazioni diverse, mi ha permesso di conoscere la bellezza dell’incontro con il Signore, la verità della sua Parola, il suo amore che è capace di vincere il peccato e la morte: in una parola, mi ha permesso di fare mia la fede degli apostoli, della quale oggi sono chiamato a divenire custode. Penso in particolare ai sacerdoti che hanno interpretato in mezzo a noi il ministero apostolico, presenti in mezzo alla nostra comunità non per scelta personale, o a nome proprio, ma perché inviati dal Vescovo, dal successore degli apostoli al quale è affidata la nostra Chiesa di Bergamo. E così a tante religiose che hanno servito la nostra comunità mostrando la tenerezza del volto di Dio, anch’esse adempiendo con obbedienza il mandato ricevuto. In questo momento sento un profondo senso di gratitudine per quanto ho potuto vivere nella mia famiglia, all’Oratorio, in Orenga, in Basilica e per le strade del nostro paese: è in questo paesaggio che ho incontrato il Signore come vivente, e che è risuonata la sua chiamata. Sento presenti e vive in questo momento tante persone che hanno lasciato il loro segno, la loro testimonianza, con la semplicità e verità della loro vita, e che ora sono ancora più presenti dei vivi, perché vivono per l’eternità nell’abbraccio del Signore”.

Sabato 12 ottobre alle 10 mons. Rudelli, accompagnato da numerosi volontari, benedirà i lavori di recupero della Croce in ferro che svetta nuovamente dallo scorso 5 settembre sul Pizzo Corno. Nel pomeriggio celebrerà una messa nell’infermeria della casa madre delle Orsoline di Gandino. In serata, alle 20.30 in Basilica, verranno proposte suggestioni d’organo di Tobia Sonzogni accompagnate da letture scelte. Domenica alle 10 la festa prenderà le mosse dalla casa di mons. Rudelli in via Castello.

Un corteo attraverserà il centro storico addobbato a festa (alacre il lavoro di questi ultimi giorni) e giungerà sul sagrato della Basilica, dove sono previsti il saluto del sindaco Elio Castelli e quello dei bambini della Scuola Materna. Seguiranno la solenne concelebrazione alle 10.30 ed il successivo pranzo in oratorio. Sul portale della Basilica è stata innalzata una riproduzione del nuovo stemma vescovile di mons. Rudelli, che riporta il motto “Adveniat Regnum Tuum”.

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