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Cronaca

Il Governo sapeva del focolaio di Nembro e Alzano il 2 marzo

Il Governo sapeva del focolaio di Nembro e Alzano il 2 marzo mentre Conte disse ai pm di essere stato informato della grave situazione solo il 5 marzo. La rivelazione pubblicata su “Domani”

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Mentre l’indagine della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia da Covid-19 continua serrata in attesa della consulenza di Andrea Crisanti, che scioglierà i nodi sulla gestione dell’ospedale di Alzano Lombardo, sul piano pandemico e sulla mancata zona rossa della bassa Valle Seriana, è di queste ore un’importante rivelazione relativa proprio alla zona rossa. In un articolo di sabato 27 marzo 2021 pubblicato in apertura su Domani a firma di Francesca Nava, giornalista bergamasca che da subito ha seguito il caso “Nembro e Alzano” si apprende di come il Governo sapesse del focolaio di Nembro e Alzano il 2 marzo.

Grazie al lavoro di inchiesta di Nava infatti veniamo a conoscenza di un verbale riservatissimo e non ufficiale, acquisito anche dalla procura di Bergamo, di una riunione informale e ristretta del Comitato tecnico scientifico, che si tenne il pomeriggio del 2 marzo 2020, precisamente alle ore 18. In quella riunione il Cts suggerì a Conte di adottare misure restrittive in Val Seriana, ma il premier titubante decise di rifletterci. Il 12 giugno 2020, però, Conte, sentito dai magistrati bergamaschi proprio relativamente alla misura di contenimento, dichiarò (come da indiscrezioni pubblicate sul Corriere della Sera) ai pm di aver appreso la situazione epidemiologica in Val Seriana e le raccomandazioni dei suoi tecnici solo il 5 marzo. Tre giorni dopo.

Il primo allarme del 28 febbraio, ignorato dalla Regione

L’allarme era già scattato in Regione dal 28 febbraio quando il matematico Stefano Merler, consulente del Cts. inviò un documento (anch’esso acquisito dalla Procura) che avvisava della gravità del focolaio bergamasco. Attraverso l’analisi di Merler infatti si scopre come, già il 24 febbraio dell’anno scorso, il focolaio di Nembro e Alzano presentava numeri che lo rendevano praticamente sovrapponibile a quello di Codogno con previsioni però peggiori. Codogno e i 9 comuni limitrofi erano già zona rossa dal 22 febbraio con un provvedimento, il primo in Italia, firmato congiuntamente dal presidente Attilio Fontana e dal Ministro Roberto Speranza. La bassa Valle Seriana, dove si scoprirono i primi positivi il 23 febbraio, invece non lo sarà mai.

Tornando al ruolo di Regione Lombardia, la prima mappa epidemiologica della Lombardia venne inviata dal Pirellone all’Iss tra il 2 e il 3 marzo senza però un’istanza formale che chiedesse la zona rossa per la bergamasca.

Il 2 marzo giornata cruciale

Come ci racconta Francesca Nava il 2 marzo è la giornata cruciale: “Quel giorno infatti il Cts si riunisce due volte: una al mattino e una al pomeriggio. La seduta del pomeriggio non viene messa ufficialmente a verbale. In quella seduta è presente però anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che viene messo al corrente della situazione critica nella bergamasca. (…) A illustrate all’ex premier la grave situazione epidemiologica in Val Seriana è il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, che suggerisce di limitare l’accesso a questi comuni a chi viene da fuori“.

Ma, c’è un ma. Conte è titubante e obietta che la zona rossa vada usata “con parsimonia perché ha un costo sociale, politico, non solo economico, molto alto”. La nota si conclude con questa frase attribuita a Conte: “Decide di rifletterci”.

Ufficialmente fino ad oggi sapevamo che il Cts indicò di chiudere Nembro e Alzano nel verbale del 3 marzo di cui Conte disse di venire a conoscenza 48 ore dopo, quando stava per chiedere l’intera Lombardia.

Le responsabilità e l’esigenza di verità

La magistratura ci chiarirà se questa riflessione che non portò ad alcuna decisione in merito, se non la chiusura della Lombardia e dell’intera Italia tra l’8 e il 9 marzo, abbia delle responsabilità penali. E i magistrati spiegheranno anche se Conte abbia mentito a loro e come siano andate davvero le cose. Quello che è certo è che non chiudere subito, o almeno appena appresa la gravità della situazione come fatto nel lodigiano, abbia contribuito al diffondersi del contagio. E conseguentemente pesato sui decessi. In quei giorni di inizio marzo in cui gli allarmi dei medici di base e delle strutture ospedaliere si facevano sempre più insistenti infatti le persone hanno continuato a lavorare e a spostarsi, da dentro e fuori Nembro e Alzano, verso l’alta Valle e verso Bergamo. Non c’erano mascherine, le attività commerciali erano aperte e la vita continuava apparentemente normale.

Oggi sappiamo che la politica tutta sapeva, ma nessuno si attivò tempestivamente come per Codogno, nessuno fece nulla per evitare quella che si rivelò essere una strage e che portò ad avere aumenti dei decessi nel mese di marzo 2020 anche del 1000% superiori rispetto agli scorsi anni.

Gessica Costanzo

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8 Commenti

1 Commento

  1. Francesco Barni

    29 Marzo 2021 at 11:23

    Il tempo è galantuomo e verrà il giorno che dal tribunale di Bergamo uscirà chi ha causato tutti i morti ufficiali e non.
    Quel giorno io sarò lì ad onorare chi ha dovuto subire passivamente per mere questioni economiche perché gira e rigira ruota tutto attorno a ciò.
    Una cosa mi domando: come hanno fatto fino ad oggi ad appoggiare la testa sul cuscino ed addormentarsi serenamente?

    • 🤔 😌

      29 Marzo 2021 at 17:09

      Ho dei grossi dubbi sul fatto che Conte, sapesse “delle questioni economiche” che ruotano in giro a Nembro e Alzano Lombardo. Forse altri sapevano meglio…

  2. giuseppe

    29 Marzo 2021 at 12:56

    Stranamente conte gode di un immunità inspiegabile , già ‘ doveva essere indagato con Salvini nel famoso caso di sequestro, questa poi molto
    piu’ grossa !!

  3. 29 Marzo 2021 at 13:47

    Tutti sapevano, ma a quelli più vicini (i politicanti) sarebbe aspettato intervenire per primi.

    • kornal

      29 Marzo 2021 at 18:02

      pensa se avesse vinto la Coppa America..

      • 30 Marzo 2021 at 9:42

        Già fatto…!

  4. gian

    29 Marzo 2021 at 18:18

    Durante questa terribile pandemia ci è toccato in sorte di essere governati ( o sgovernati) dall’esecutivo più scombiccherato ed incompetente possibile, dove la “maggior parte dei curricola dei componenti era buono per accendere il camino ” (cit Sileri). Del presidente del consiglio, per pudore, meglio tacere.
    I frutti li abbiamo visti e vissuti.

  5. 30 Marzo 2021 at 1:03

    Ma, e le colpe della Cina🇨🇳?
    Quelle mai nessuno le ricorda.

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