Cronaca
Schianto mortale a Brusaporto: muore Francesco Rossi, portalettere di 21 anni
Il giovane ha perso la vita in un incidente stradale mentre stava lavorando. Reazioni dal mondo sindacale “Basta vittime sul lavoro”
Non ce l’ha fatta Francesco Rossi, portalettere di 21 anni di Brusaporto coinvolto in un incidente stradale che gli è costato la vita. Il ragazzo era molto conosciuto nella zona: suo papà, Giovanni, è consigliere comunale in paese e presidente dell’assemblea dell’Unione intercomunale dei Colli. L’incidente mortale è accaduto nel pomeriggio di venerdì 18 marzo, pochi minuti dopo le 17, in via Albano Sant’Alessandro, lungo il cavalcavia che collega la zona del Santuario della Madonna delle rose di Albano a Brusaporto. Il giovane stava consegnando la corrispondenza in sella dello scooter di Poste italiane ma uno scontro violentissimo con una macchina non gli ha lasciato scampo. Diverse le reazioni dal mondo sindacale bergamasco. Diverse le reazioni dal mondo sindacale bergamasco.
Nota di Rossana Pepe, Segretaria generale SLP CISL Bergamo
Nel tardo pomeriggio di ieri il nostro territorio è stato colpito da un’immane tragedia che ha strappato alla vita un giovanissimo collega di soli 21 anni, Francesco Rossi, un portalettere in servizio a tempo determinato presso il CD di Seriate. L’intera Slp-Cisl di Bergamo ha appreso la notizia con sgomento, incredulità e immenso dolore. Il pensiero va ai familiari di questo giovanissimo ragazzo, a cui l’intera Organizzazione si stringe in un ideale abbraccio, e a tutti i colleghi e amici che piangono un giovane uomo che cercava solo di costruirsi un futuro, trasmettendo ogni giorno entusiasmo e dedizione verso questo lavoro. Tali tragedie non possono lasciarci indifferenti, e rendono ancora più evidente come il lavoro del Portalettere sia un mestiere che richiede profonda attenzione e comprensione dei rischi a cui sono esposti, ogni giorno migliaia di colleghi.
“Basta vittime sul lavoro, anche in Poste ci dobbiamo fare carico di eliminare gli infortuni e le tragedie”
Rabbia e sconcerto per la morte di un ragazzo di ventun’anni sulle strade bergamasche mentre svolgeva il proprio lavoro di portalettere. L’ennesima giovane vittima sul lavoro che non può e non ci deve lasciare indifferenti. Spesso in un’azienda come Poste Italiane i precari, e non solo, sono sistematicamente sotto pressione e sempre sul limite del rispetto delle regole pur di assicurare tempi e quantità nella consegna della corrispondenza, e magari garantirsi una trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro, ingraziandosi i capi dando di più.
SLC CGIL è anni che sostiene la necessità di garantire modalità di lavoro che non mettano, specie nel recapito, a rischio i dipendenti, richiamando la società ed anche i lavoratori al rispetto rigido delle norme di sicurezza.
Come è altrettanto vero che SLC sta chiedendo da anni il riconoscimento quale lavoro usurante della mansione di portalettere, esposto costantemente ai rischi della viabilità, della qualità dei mezzi meccanici, alle intemperie e ad un ciclo di lavoro spesso soffocante. Purtroppo poi, troppo frequentemente, questo tipo di incidenti non vengono considerati morti sul lavoro, con tutte le garanzie del caso, ma vittime incidenti stradali. E’ un fatto anomalo, visto che il tragitto della consegna della posta è parte assolutamente integrante della routine lavorativa.
Sono solo alcune considerazioni che non cancellano il dramma della morte di Francesco, collega e portalettere di Brusaporto, dei suoi familiari e di tutta la comunità del suo paese, al quale ci stringiamo con affetto e mettendo a disposizione il nostro fare sindacale perché quanto accaduto non abbia mai più a ripetersi.
Marisa Adobati, SLC CGIL Bergamo
Francesco Sole, segretario SLC CGIL Lombardia
Angelo Chiari, Responsabile sicurezza CGIL Bergamo
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