Seguici su

Idee & consigli

Le emoji al lavoro: si o no?

Pubblicato

il

Emoji (© Pixabay)

Il cellulare ha stravolto il nostro modo di comunicare. Quando il suo utilizzo divenne di uso comune, risultò possibile rintracciare chiunque volessimo e in qualunque momento. In seguito fecero la loro comparsa le applicazioni di messaggistica istantanea, prima fra tutte WhatsApp, e il mondo cambiò.

Basti pensare che ben l’83% delle generazioni di oggi comunica più agevolmente attraverso l’utilizzo delle chat mediante un linguaggio semplice e composto anche di emoji piuttosto che con una conversazione diretta con il proprio interlocutore.

L’impatto delle emoji sulla società di oggi

Proprio le emoji, in questo nuovo modo di comunicare, rivestono un ruolo importantissimo: basta una faccina per esprimere un concetto o un’emozione, cosa che ha permesso la nascita di un linguaggio universale. Secondo alcuni sondaggi il 52% di utenti utilizza gli emoji per inviare messaggi anche di una certa importanza.

Lo studio di ExpressVPN spiega l’evoluzione di queste simpatiche faccine e, soprattutto, il loro significato. Mostra anche quanto queste si siano evolute nel tempo adeguandosi alla società che è sempre più inclusiva e interconnessa. Ecco che da semplici faccine formate da punti e parentesi, possiamo scegliere ora tra migliaia di simboli che raffigurano l’umanità nella sua interezza: emoji per rappresentare disabilità ed etnie diverse, come riportato nell’articolo del Gazzettino, ma anche emozioni difficilmente esprimibili con poche e semplici parole.

L’approdo delle emoticon nei luoghi di lavoro

In poco tempo le emoji sono approdate anche sui luoghi di lavoro; sorge lecita la domanda: risultano appropriate le emoticon nelle comunicazioni aziendali? Il discorso appare complesso e molto ha a che fare con la tipologia del lavoro che si svolge.

Nelle professioni svolte prettamente online, l’uso delle emoticon è certamente più frequente, così come nelle startup con team composti da neo professionisti.

La situazione è un po’ diversa nei lavori tradizionali svolti negli uffici. In questo caso prevale una comunicazione più formale.

L’empatia e la diffusione delle emoji

C’è però un dato molto interessante come dimostra l’articolo di IusInItinere: il 92% della popolazione attiva sul web include nei propri messaggi delle emoticon, a dimostrazione di quanto questa pratica sia ormai popolare tra gli utenti online.

Lo stesso vale per i dati che riguardano i lavoratori: secondo un altro studio statistico, il 53% di essi ha dichiarato di aver utilizzato le emoji nelle comunicazioni con i propri colleghi e di mostrare maggiore empatia nei confronti di chi, a sua volta, le utilizza.

Il motivo è sicuramente da ricercare nell’atmosfera più serena e rilassata che toni più informali contribuiscono a creare sul luogo di lavoro.

Usare le emoji a lavoro con buonsenso

L’utilizzo delle emoji sul luogo di lavoro è diventato consuetudine ma occorre rispettare alcune regole importanti. Le emoticon sono generalmente accettate, soprattutto nelle comunicazioni di minore importanza e con colleghi di pari livello.

Quando invece siamo di fronte a comunicazioni rilevanti e quando queste sono indirizzate al nostro capo o supervisore, l’utilizzo delle simpatiche faccine non è opportuno, in quanto si rischia di poter dare di sé, un’immagine più superficiale e meno professionale.

Lo stesso concetto si dovrebbe applicare anche nelle comunicazioni con i clienti dell’azienda.

Per concludere

Le emoji sul luogo di lavoro possono contribuire sì a creare un ambiente più rilassato, dove lavorare serenamente ma potrebbero essere causa anche di fraintendimenti. Prima di utilizzarle occorrerebbe riflettere sull’importanza del messaggio e del suo destinatario. Pertanto nessuna controindicazione alle emoji sul luogo di lavoro, purché il loro utilizzo sia dettato dal buonsenso.

Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità
Pubblicità

Facebook

Pubblicità