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Cronaca

Coronavirus, il prezzo troppo alto che sta pagando la Val Seriana

Il 23 febbraio i primi contagi all’ospedale di Alzano Lombardo. Ricostruiamo le 3 settimane che hanno messo in ginocchio la Val Seriana.

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Sirene di ambulanze che risuonano tutto il giorno, bacheche dei social diventate una lista di necrologi e una serie di morti, incessante. Quasi come sgranare la corona di un rosario infinto senza speranza. Svegliarsi e leggere “E’ morto questo…”, “Ciao papà, non doveva andare così…”, “Oggi ci ha lasciato…”.

E’ davvero un prezzo troppo alto quello che sta pagando la Val Seriana. E non c’entra solo il Coronavirus. Qui bisogna fare i conti con gli errori commessi e con l’impreparazione a gestire quella che si è rivelata una catastrofe.

Per rendere l’idea, il bilancio (destinato a salire) è di più di 70 morti a Nembro, quasi 50 ad Alzano Lombardo e via discorrendo. Un dato sei volte di più rispetto allo scorso anno. Fino ai paesi piccoli che registrano “solo” qualche decesso. Senza contare tutti i morti di “polmonite” (così riportano i referti ufficiali, ndr.) di questi giorni (come quelli nelle case di riposo) a cui non è stato fatto il tampone.

Una Valle, quella che si sviluppa lungo il fiume Serio, in provincia di Bergamo, dove la gente è abituata a lavorare senza mettersi sotto i riflettori. Ma oggi non ce la facciamo più.

E lo sdegno e il dolore emergono nei messaggi che riceviamo ogni giorno da parte di infermieri e medici impegnati in prima linea. Per non parlare dei lavoratori costretti a continuare a svolgere le loro mansioni senza essere muniti di dispositivi di protezione, così come tutti i parenti delle vittime che non hanno trovato una spiegazione a queste morti assurde.

Cos’è andato storto in Val Seriana?

Dunque ora, a tre settimane dall’inizio, una domanda è lecita: cos’è andato storto in Val Seriana? Perché si è verificata una crescita così esponenziale dei contagi senza che nessuno individuasse un altro focolaio (rispetto a Codogno e Vo Euganeo) e quindi chiudesse la zona limitando – per quello che era possibile – i danni?

A questo riguardo le forze politiche si rimbalzano le responsabilità: da una parte la Regione sottolinea come il Governo sia stato coinvolto per tempo (con la richiesta della valutazione della zona rossa presentata il 2 marzo scorso); dall’altra il premier Conte, da quando si è espresso sulla chiusura dell’intera Lombardia (con il Decreto dell’8 marzo) ha detto di non aver ritenuto la zona di Bergamo un focolaio.

Sta di fatto che ad oggi, il prezzo che la Val Seriana si trova a pagare, è davvero troppo alto.

Tre settimane fa i primi contagi con la chiusura del Pronto Soccorso di Alzano Lombardo

Risalgono a domenica 23 febbraio i primi casi accertati in Val Seriana. Sono passati solo 3 giorni dalla notizia del contagio del paziente 1, il 38enne positivo di Codogno, e il Coronavirus diventa una realtà anche in bergamasca.

Nel pomeriggio di quella domenica viene chiuso il Pronto Soccorso dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. E’ una doccia fredda. Le voci di corridoio si inseguono finché in serata arriva la certezza: sono stati riscontrati due casi positivi al nuovo virus cinese. Uno di loro – un 83enne di Villa di Serio – morirà presto e sarà il primo morto per Covid-19 della provincia. I due sono stati trasferiti al Papa Giovanni di Bergamo e il Pronto soccorso riaperto. Come nulla fosse. A tutti in quel momento (quando il Coronavirus era ancora considerato “poco più di una semplice influenza” e i giornalisti venivano additati per essere i “soliti allarmisti acchiappa click”) interessa solo allontanare il problema e tornare alla normalità.

L’avviso del 23 febbraio al Pronto Soccorso di Alzano Lombardo

Ma nessuno poteva immaginare che da quel giorno la normalità non ci sarebbe più stata. Così, il personale torna a casa senza nessuna disposizione, come ci racconta un’infermiera in servizio ad Alzano. Alla nostra domanda: “Quella domenica cos’è successo?” risponde “Noi stessi dopo 13 ore di servizio quella domenica, siamo stati rimandati a casa senza nessuna direttiva ne raccomandazione. Abbiamo fermato noi i colleghi dicendo di non entrare in Pronto soccorso, e solo il giorno dopo abbiamo saputo di 2 casi di positività in Medicina e Chirurgia. Poi è stato un crescendo esponenziale“.

Ascolta la testimonianza qui.

Una serie di errori e omissioni dunque fanno sì che in quelle ore determinati il contagio raggiunga un numero altissimo di persone, lo stesso primario di Alzano risulta infetto e, ricoverato a Legnano (dove risiede) guarirà solo giorni dopo. Medici, pazienti, parenti: tutti si ritrovano nel vortice del contagio senza esserne coscienti.

La crescita esponenziale del contagio

Nel frattempo i giorni passano e i contagi aumentano, la gente continua ad andare in giro perché non ci sono particolari restrizioni essendo istituita la zona gialla (e non rossa). Arriviamo così ai primi di marzo quando la bassa Val Seriana è evidentemente un focolaio ma nessuno lo riconosce seppure tutti, amministratori e gente comune, chiedano al Governo di chiudere tutto.

Invece la Val Seriana si ferma “solo” una settimana fa, quando Conte chiude prima la Lombardia e poi il resto d’Italia. Ma ormai è troppo tardi. “Il Coronavirus è ovunque” dicono impauriti e stremati i medici negli audio di WhatsApp. “State a casa, state a casa, stata a casa”, si legge e si sente ovunque. Ma nel frattempo le aziende non chiudono, i bar non chiudono e la gente continua a spostarsi e a contagiarsi.

Fino ad oggi quando i morti accertati in bergamasca sono arrivati a 261, la maggior parte dei quali in Val Seriana. E la provincia di Bergamo è la prima in Regione per contagi (2864) mentre a Lodi (primo focolaio) sono 1276.

Qui muoiono tutti

Nel frattempo, mentre siamo tutti presi a leggere Decreti e Faq che spiegano i Decreti, continuano a morire gli anziani, sì, quelli con “patologie pregresse” che però vale la pena di spiegarlo: non sono zombie che camminano ma nonni, padri e madri che fino alla settimana prima sono usciti a far la spesa o a prendere il caffè. E tra di loro muoiono esponenti della politica, come Giorgio Valoti sindaco di Cene, esponenti del volontariato e del mondo ecclesiastico. E poi cominciano a morire i non vecchi, come l’operatore del 118 Diego Bianco mancato sabato 14 marzo a soli 46 anni e senza patologie pregresse.

Una situazione fuori controllo

E così gli ospedali sono al collasso, i posti in Terapia intensiva non ci sono più posti, mancano le attrezzature e scarseggiano i medici – che nel frattempo si sono contagiati a decine.

Ma la bergamasca ancora non è un caso su cui indagare. A ribadirlo è stato ieri sera in conferenza stampa da Roma Paolo d’Ancona dell’Istituto Superiore della Sanità che, incalzato da una giornalista che chiede: “Bergamo può essere considerato il terzo focolaio?”, risponde “Il perché sia avvenuto a Bergamo questo alto numero di contagi può essere un fatto temporale nel senso che i primi casi erano lì prima che nelle altre aree oppure potrebbero esserci dei problemi di trasmissione tra un maggiori numero di persone. Dobbiamo però aspettare i risultati dei 15 giorni di isolamento che nel frattempo non ancora sono passati”.

Tutto andrà bene, o forse no

Ci chiedono dunque di aspettare ancora. Tutto andrà bene, scrivono i bambini. Ma noi grandi sappiamo che non sarà così. Almeno non ora. E sappiamo anche che non basteranno 15 giorni.

E mentre noi aspettiamo, diligenti e a testa bassa, i pronto soccorso si riempiono di 40enni e 50enni sempre più gravi. Le chiese si riempiono di bare che non trovano più posti nei cimiteri e gli occhi della gente della Val Seriana si riempiono di lacrime che non si riescono più a contenere. Perché il prezzo che stiamo pagando è davvero troppo alto e qualcuno un giorno, prima o poi, ce ne dovrà rendere conto.

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22 Commenti

22 Comments

  1. 15 Marzo 2020 at 11:50

    All’Ospedale di Alzano sono stati commessi una serie di enormi errori.
    E prima o poi qualcuno sarà chiamato a risponderne, questo mi sembra ormai palese.
    O andrà a finire come sempre in Italy, che nessuno a mai colpe?

  2. Alma Baleri

    15 Marzo 2020 at 12:41

    Qualcuno dovrà ammettere il grosso errore: non aver voluto e aver ostacolato la zona rossa a Alzano e Nembro.
    Non si sacrificano le vite umane per altri interessi o per indecisione.chi ha sbagliato paghi dice un proverbio,io dico chi ha sbagliato preghi e chieda perdono

    • Giovanni

      15 Marzo 2020 at 21:26

      Bisognava salvaguardare il PIL il fatturato…adesso dalla Val Seriana è passato in città…i numeri saranno sempre più spaventosi..ma si continua ad andare a lavorare..

  3. Armando Persico

    15 Marzo 2020 at 14:43

    sono morte delle persone a me molto care che al momento della chiusura erano ricoverate ad alzano Lombardo spero che qualcuno paghi per la leggerezza del caso

  4. gil

    15 Marzo 2020 at 18:45

    …come sempre, finirà a tarallucci e vinsanto

  5. Maria ElisA Buizza

    15 Marzo 2020 at 21:37

    Se le decisioni importanti fossero lasciate a Bergamo, tipo prefetto , direttore protezione Civile, si avrebbe avuto una più sollecita risposta , la chiusura e le zone gialle R rosse erano definite all inizio , CONTE DICE
    NN PENSO CHE LA BERGAMASCA SIA COSÌ GRAVE , venga nei paesi della Val Seriana dove su 4500 persone ne son morte 21 in 11 giorni , dove nn c’era altro rumore che le sirene e rintocchi da morto !! Dove ci stiamo facendo le mascherine da soli …. schifo puro !!!

  6. Tomaso

    16 Marzo 2020 at 0:09

    Cara maria elisa buizza, pregasi fornire prove link da leggere, sul fatto che lei ha riportato qui.
    Conte dice…
    Attendosi info in merito grazie.

    • Enrico

      16 Marzo 2020 at 12:57

      Il nome Tomaso è una garanzia ….. infatti l’apostolo non credeva e voleva vedere le prove …….. qua il problema che ci stanno ammazzando tutti questa è la prova ….. e qualche sinistroide difende ancora questo governo di incapaci cialtroni …. solo chiacchere producono ….

      • Tomaso

        16 Marzo 2020 at 15:07

        La Sanità in Lombardia é diretta amministrata dalla Regione Lombardia, chi comanda in regione Stalin forse, con chi governava la Regione Formigoni coi Comunisti o con i Leghisti?
        Lo sfacielo della sanità Lombarda ora é colpa di Roma o di quelli che hanno incentivato il privato ed affossato il publico, insomma é sempre colpa di altri… per voi leghisti.

        • Tomaso

          16 Marzo 2020 at 15:14

          PS si comunque quando si fanno affermazioni di un certo tipo é sempre regola giusta fornire da dove provengono dare un link, costa poca fatica. Ma si sà chi sono gli esperti di Fake News in Italy si sà!

  7. Marco

    16 Marzo 2020 at 17:13

    Diciamo pure che la chiusura e l’eventuale istituzione della zona rossa è stata subito osteggiata da numerose aziende con anche ricatti verso le istituzioni ed i lavoratori. Come sempre era più importante il loro fatturato e le loro commesse rispetto alla salute pubblica.
    Tra l’altro alcune di queste sono site proprio in Nembro ed a oggi non mi risulta abbiano nemmeno donato un centesimo per l’emergenza.

    • Walter

      16 Marzo 2020 at 19:15

      Appunto, si sta ancora aspettando un gesto forte di solidarietá da parte dei 5/6 imPRENDITORI in questione…

  8. Remo

    16 Marzo 2020 at 18:49

    Il presidente della regione Campania, alla comparsa dei primi focolai ha DECISO di isolare i paesi. Si chiama Prendersi la Responsabilità e senza attendere Roma. Forse è una regione autonoma ?

    • Gian

      17 Marzo 2020 at 12:24

      No la Campania non é regione autonoma come la Lombardia.
      Là probabilmente chi di dovere a proprio deciso di prendersi una o più responsabilità.
      Qui invece han pensato bene di far ricadere su Roma le eventuali responsabilità, caso mai il virus non fosse stato così terribile come poi si é dimostrato…

  9. Mino

    16 Marzo 2020 at 19:27

    In casi eccezionali come questo, lo stato la regione dovrebbero procedere con espropri nei confronti di coloro che hanno di più (e qui in valle alcuni ne abbiamo!) ed utilizzare i fondi espropriati per la risoluzione dei problemi più assillanti.

    • Marco

      17 Marzo 2020 at 16:32

      Io non ne ho, tuttavia non lo troverei corretto, si doveva imporre la zona rossa senza farsi condizionare da quattro cialtroni.

  10. Mino

    17 Marzo 2020 at 20:33

    E chi sarebbero i “4 cialtroni” se non coloro che hanno i soldoni…

  11. Marco

    17 Marzo 2020 at 21:03

    Hai probabilmente ragione, loro sanno e possono ungere per bene chi di dovere per far sì che il loro fatturato non abbia a risentirne.
    Non dimentichiamoci sindaci che han da subito detto no alla zona rossa…” Sarebbe una tragedia” dicevano.
    Ora te li ritrovi in TV a piangere i morti che non sanno dove seppellire.

  12. Luisa

    23 Marzo 2020 at 7:43

    Situazione gravissima tragica! Fateci i tamponi!!! È un nostro diritto!!! Se siamo portatori asintomatici non possiamo immaginarcelo! Perché Veneto e altre regioni lo fanno??? Perché le altre Nazioni lo fanno e arginano la diffusione e la Lombardia no??? FATE TAMPONIII!!!

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